Jannik Sinner sta pianificando di rinnovare il suo gioco per cercare di ottenere un vantaggio nella sua rivalità con Carlos Alcaraz.

Lo spagnolo ha ripreso il controllo vincendo nuovamente lo US Open, battendo Sinner nella loro terza finale consecutiva di un torneo del Grande Slam e riconquistando la posizione di numero uno al mondo dall'italiano.

Alcaraz ha ora sconfitto Sinner in due delle finali Slam di questa stagione, prevalendo in una battaglia titanica al Roland Garros e vincendo molto più comodamente a New York, mentre Sinner ha avuto la meglio a Wimbledon.

Questo sembrava aver ristabilito l'equilibrio, ma, sebbene Sinner abbia perso solo una partita contro un giocatore diverso da Alcaraz da più di un anno, ha perso sette degli ultimi otto scontri tra loro.

E Sinner crede di dover imparare dal suo rivale aggiungendo maggiore varietà al suo gioco, dicendo dopo la sua sconfitta per 6-2 3-6 6-1 6-4 a Flushing Meadows: "Ero molto prevedibile."

«Ha fatto molte cose, ha cambiato il gioco. Questo è anche il suo stile di gioco. Ora dipenderà da me se voglio apportare cambiamenti o meno. Sicuramente lavoreremo su questo.»

"Sto cercando di essere più preparato per la prossima partita che giocherò contro di lui. Inoltre, penso che dipenda anche da come arrivi a giocare contro Carlos."

"Quando le partite precedenti sono comode ma fai sempre le stesse cose, come ho fatto io – per esempio, durante questo torneo non ho fatto nemmeno un serve and volley, non ho usato molte palle corte – e poi arrivi a un punto in cui giochi contro Carlos dove devi uscire dalla zona di comfort."

"Quindi cercherò forse anche di perdere qualche partita d'ora in poi, ma cercando di apportare dei cambiamenti, cercando di essere un po' più imprevedibile come giocatore, perché penso che sia quello che devo fare, cercando di diventare un tennista migliore."

"Ci vuole tempo. Un segreto è anche la pazienza. Non è che da ora e poi a Pechino diventerò mancino. Ci vorrà tempo, e poi vedremo. Forse è solo una piccola cosa. Forse posso cambiare molto. Non lo so."

È una dinamica affascinante, con entrambi gli uomini che ammettono di allenarsi specificamente pensando all'altro.

Alcaraz ha migliorato il suo servizio quest'anno ed è stato un fattore chiave a New York, dove è stato breakkato solo tre volte durante tutto il torneo, mentre lo spagnolo ha seguito il piano di gioco del suo team per cercare di infliggere il primo grande colpo prima di Sinner.

La coppia non si è mai sentita più dominante che a New York, e bisogna risalire agli Australian Open per trovare un torneo a cui entrambi hanno partecipato senza incontrarsi in finale.

Sta diventando sempre più difficile vedere possibili sfidanti nel prossimo futuro e, per quanto coinvolgenti siano le loro partite, la prevedibilità non rende lo sport entusiasmante.

L’allenatore di Alcaraz, Juan Carlos Ferrero, si aspetta che il gruppo inizi a recuperare terreno, dicendo: “Penso che se avremo più giocatori a lottare per i grandi titoli, per il pubblico sarà ancora più divertente.”

"Per noi sarà peggio, perché dobbiamo mescolare i tornei. Ma è sempre benvenuto, vedere i giocatori che emergono e giocano a un livello alto. Penso che la gente impari da questo tipo di partite. Capiscono qual è il livello e dove devono arrivare. Sicuramente ci proveranno."

Alcaraz ha festeggiato il suo successo con una festa a Manhattan e si prenderà un po' di tempo per godersi il suo sesto titolo del Grande Slam prima di concentrare la sua attenzione sulla prossima parte della stagione in Asia.

Un altro elemento intrigante è che sia Sinner che Alcaraz sono ora a un solo titolo dal completare il Grande Slam in carriera, con lo spagnolo che necessita del titolo agli Australian Open e l'italiano del Roland Garros.

"È il mio primo obiettivo, ad essere onesto," ha detto Alcaraz. "Ovviamente cercherò di farlo il prossimo anno ma, se non sarà il prossimo anno, spero che accada tra due, tre o quattro anni. Quindi cercherò di realizzarlo."

«Se lo fa lui per primo, è un grande risultato, ma per me tutto ciò a cui voglio pensare è completarlo, non importa quando.»